Il bombardiere F-35 esplode con i fulmini

E pensare che il suo soprannome ufficiale è proprio Lightning, cioè fulmine. Dice un documento ufficiale americano che il nuovo cacciabombardiere F-35 della Lockheed Martin (costruito in collaborazione con otto Paesi, fra cui l’Italia) è vulnerabile ai fulmini, e al momento non può essere abilitato a volare a meno 40 chilometri da un temporale. Questo rinfocola le polemiche su un aereo già molto contestato per i suoi costi imprevisti e crescenti.

Il problema con i fulmini emerge da un rapporto di 18 pagine dell’Operational Test and Evaluation Office del Pentagono, e diffuso in questi giorni da alcuni mass media americani. Il programma di sviluppo dell’F-35, iniziato nel 2001, prevede investimenti per 396 miliardi di dollari, ma il rapporto, inviato dal Pentagono al Congresso, ne ha individuato al momento la «mancanza di maturità».

La Lockheed Martin nega che ci siano problemi: «Il programma di test per il velivolo F-35 Lightning II prevede che i test sulla protezione antifulmine siano realizzati nella fase conclusiva del programma di prove in volo. Per allora il programma prevede che il jet sia attrezzato per volare in qualunque condizione meteorologica. Ad oggi, essendo i test in volo ancora in corso come previsto, il limite per le operazioni è fissato a 25 miglia (cioè 40 chilometri, NdR) da un temporale. Si tratta di una distanza ritenuta sicura e ragionevole per svolgere le attività di test previste in questa fase».

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